GERMANIA. 1923 . La mancata rivoluzione

Victor Serge . 1923
arteideologia raccolta supplementi
made n.18 Dicembre 2019
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
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I ricchi contro la cultura

Non dimenticherò mai la dolorosa impressione che mi fece la Germania alla fine del 1921, quando aveva raggiunto – rispetto alla situazione attuale – l'apice della prosperità postbellica: il marco valeva 20 centesimi di franco. A Berlino percepivo un confuso senso di oppressione e quasi di disperazione. Analizzandolo, ne scoprii presto le cause. Già allora si potevano vedere ovunque in questa città moribonda i segni di un profondo declino culturale. Una povertà imbarazzata andava di pari passo nelle strade con il cattivo gusto dei nuovi arricchiti. Dalle locandine degli spettacoli alle canzoni comiche, dalle vetrine alle acconciature delle signore, dalle riviste illustrate alle mostre d'arte, tutto portava il marchio indelebile della sconfitta della civiltà, di un tracrollo culturale. Chiesi ad alcuni giovani scrittori e poeti. Essi avevano appena pubblicato una notevole antologia dal titolo significativo: Dammerung der Menschen (II crepuscolo dell'umanità)[1] . Mi informai a proposito dei pensatori; alcuni sognatori o snob discutevano sulla saggezza buddista del conte Keyserling [2], altri del misticismo antroposofico di Rudolf Steiner [3] - la filosofia di tutte le decadenze, che ricorda la corruzione intellettuale degli ultimi secoli di Alessandria. Soprattutto, si discuteva di un libro pessimistico, traboccante in ogni pagina di asserzioni reazionarie. Ne era autore Oswald Spengler [4] e il titolo era Untergang des Abendlandes (II declino dell'Occidente)[5]. La decomposizione del regime capitalistico significava che un pesante destino già aleggiava sull'intera popolazione. Coloro per i quali la cultura è il più prezioso risultato degli sforzi della società vivevano sotto l'influsso di una lacerante ossessione di decadenza...
Che cosa pensano oggi? E difficile scoprirlo nello sconforto generale. Vengono stampati pochissimi libri e con difficoltà. Oggi non è possibile pubblicare Spengler o i poeti disperati. L'editoria è una delle attività più pesantemente colpite dalla crisi. Pensatori e artisti sono silenziosi. Si sentono solo le voci dei demagoghi. Dal palcoscenico di Monaco, un certo Hitler, un tedioso sottufficiale, si è proclamato dittatore del Reich dopo aver sparato sei colpi di pistola nel soffitto di una birreria. Nei più importanti luoghi di ritrovo di Berlino risuonano urla di «A morte gli ebrei!» proprio come accadeva durante i progrom russi nelle piccole città della Bessarabia, arretrata di tre secoli rispetto alla cultura occidentale. La popolazione è tormentata dalla fame. Un avvocato, famoso trent'anni fa, è morto di inedia. Un vecchio professore si è suicidato... Coloro che vogliono vivere o per lo meno sopravvivere hanno il loro da fare. Conosco un vecchio ingegnere sulla settantina che è diventato un ciabattino. I furbi speculano, comprano, vendono e rivendono dollari, titoli del prestito aureo, libri rari e francobolli. Pensare, scrivere, leggere? Domani si deve mangiare. Questo pomeriggio si deve spendere il denaro con cui si è stati pagati stamattina, perché domani potrebbe non valere più nulla. Alla domenica, di pomeriggio, nei dintorni delle stazioni ferroviarie si possono vedere anziani intellettuali tornare dai sobborghi curvi sotto il peso di sacchi di patate.
Conosco persone che hanno vissuto una miseria analoga in Russia: ma lì è stato per proclamare una nuova verità al mondo intero, per gettare, tra sudore e sangue, tra neve a angoscia, le basi di una nuova società. E ogni essere vivente nel vasto territorio della Russia lo sapeva: altrimenti la rivoluzione sarebbe fallitamolto tempo fa e non potremmo osservare l'ammirevole rinascita della letteratura russa, che forse è la sola vittoria per il futuro in mezzo alla stagnazione e alla generale decomposizione della cultura europea.
Recentemente ho visitato la mostra autunnale di pittura e scultura all'Accademia di Belle Arti. Nessuna delle feste di colore che offrono normalmente ai nostri sguardi i pittori francesi o russi. Su tutto, una cappa impressionante di toni neri e grigi. Nessuna scultura armoniosa, né linee pure, nessuna luce. Tormento, sofferenza, bruttura soprattutto, tristezza, una psicologia da nevrotici. Gli artisti che credo migliori - Kokoschka, Barlach, Albert Birkle, Max Klewer - condividono con i loro più mediocri contemporanei il fatto che non conoscono la gioia. D'altronde, ve ne sono alcuni che, mi sembra, non possono e non vogliono vedere altro che tenebre. Barlach fa sculture in legno di pesanti, massicci, ostinati, contorti, malvagi contadini, nei quali qualcuno potrebbe riconoscere maghi, incendiari, sovversivi, vandeani, usciti fuori dagli allucinati panorami di un Verhaeren. In 30 disegni Kathe Kollwitz rivela una diversa ossessione. La macilenta ragazza della classe lavoratrice, con il ventre gonfio per la gravidanza, pare incarnare, ai suoi occhi, tutte Ie sofferenze della nostra epoca. La madre, il bimbo, la fame, la morte: l'arte di Kathe Kollwitz combina questi quattro simboli in una incessante danza macabra. E posso capire questa artista. Non vive forse nella parte settentrionale di Berlino in un sobborgo povero abitato dalla classe operaia? II suo studio non è forse vicino all'ambulatorio del marito, dottore in un quartiere povero? Guardando altri lavori degli artisti più vari, si è insinuata nella mia mente una domanda: «.Quest'uomo, questo contorto scherzo di natura, che troviamo in tutte le tele, in tutti i disegni, questa maschera contorta che fa boccacce non e forse la rappresentazione del volto umano? ». Sono stato costretto a concludere: Si! Questo è esattamente il modo in cui l'arte decadente di una civiltà agonizzante rappresenta l'uomo: sconfitto, mutilate, degenerato.
Due caratteristiche generali: l'assenza di gioia e l'assenza di forza. Un doppio risultato: bruttura e disperazione. L'unico artista tedesco di oggi nel quale si riscontra un tono vigoroso è Georg Grosz - un rivoluzionario. Ma, per lui, uomo, l'uomo della classe dominante ha forza solo perché è essenzialmente un bruto, che uccide, si ingozza e fornica... 

Stile di vita 

La cultura di un popolo è incarnata dal suo stile di vita piuttosto che dalle opere dei suoi intellettuali. Da questo punto di vista, lo spettacolo della Germania attuale e ancor più doloroso da osservare. Un'intera serie di fenomeni sociali importanti, che hanno conosciuto una continua accelerazione da alcuni anni, caratterizzano la sua decadenza. Essi sono:
- La pauperizzazione delle classi medie, che sono spesso scese più in basso del proletariato, perché meno attrezzate per la lotta giornaliera. Lo sviluppo del fascismo ne è solo una conseguenza. Se teniamo conto del fatto che i ceti medi, numerosi, educati e rispettati - prima della guerra - erano i veri guardiani del «decoro borghese», possiamo vedere quali siano gli effetti della loro proletarizzazione.
- Lo sviluppo della corruzione e della speculazione a ogni livello della scala sociale.
- Lo sviluppo dell'accattonaggio, della prostituzione e del crimine.
- II declino dell'intensità e della qualità del lavoro, che risulta, alla lunga, dal declino dell'energia fisica e nervosa, oltre che dalla demoralizzazione dei lavoratori produttivi: il rilassamento della disciplina del lavoro.
Esiste un corollario comune a questi quattro fenomeni: il deterioramento della salute pubblica. La metà circa dei bambini in età scolare nella maggior parte dei quartieri abitati dalla classe lavoratrice sono denutriti e tubercolotici. Le malattie della povertà si stanno diffondendo; il tasso di natalità sta cadendo, mentre la mortalità infantile è in crescita.
Ma, per fornire al lettore un senso più preciso delle cose, voglio riferire come ciò influenzi alcuni dettagli della vita quotidiana. A Berlino fare un bagno è diventato un lusso cui solo i ricchi possono indulgere. I bagni pubblici sono stati chiusi tutti. Le stanze da bagno nelle case piccoloborghesi servono come ripostigli per il legname; la gente è felice di riuscire a riempire la vasca di patate. Dato che il carburante è proibitivamente caro, nei bar si deve pagare per un bicchiere di acqua calda! Un altro articolo di lusso sono i giornali quotidiani. Stamattina ho pagato 50 miliardi per il mio con un cambio ufficiale del dollaro a 620 miliardi. Ciò porta il prezzo di una singola copia a un franco e mezzo. In giorni non troppo lontani il prezzo medio era di 70 centesimi. Operai e impiegati adesso possono leggere i giornali solo quando sono esposti nelle vetrine. Come risultato, vi sono capannelli di persone davanti alle vetrine stesse per tutto il giorno. La fine della circolazione dei giornali ha avuto l'effetto di aumentare la quantità di gente presente nelle strade, rendendo più intensa la vita nei quartieri popolari; la gente viene a cercare notizie. Indipendentemente dalle condizioni climatiche grandi gruppi di persone ciondolano dall'alba fino a notte fonda. La mancanza di informazioni sicure dà adito alle più bizzarre dicerie, Non passa una notte senza che venga annunciato un colpo di Stato per il giorno successivo.
Le strade nei quartieri popolari della Germania hanno cambiato completamente aspetto in alcuni mesi. Fino alla grande fame, esse avevano conservato il loro aspetto rispettabile, imperturbabile, piccoloborghese. In Germania si passa lungo le strade, non ci si vive come nei paesi latini. Ora sembra che il grigiore delle case desolate sia diventato ancora più cupo. Le finestre sono sporche e così pure i marciapiedi (si risparmia sulla pulizia). Fuori dai panifici, dai negozi di frutta e verdura, dalle latterie, ci sono code di cento o più persone, ferme per un tempo indefinite, incuranti della pioggia di novembre. Ci sono code fuori dalle cucine allestite dall'Esercito della Salvezza o dai municipi; code ai furgoni del latte; folle, migliaia di persone, fuori dagli squallidi uffici che distribuiscono i sussidi di disoccupazione; folle che vagano la sera, lungo strade male illuminate, amareggiate e ansiose. Berlino non ha meno di 200.000 disoccupati e, se si aggiungono a questa cifra le mogli e i figli dei disoccupati, si arriva a circa 500.000 persone del tutto senza risorse.
Che cosa succede loro la sera? Le fredde, buie case sprovviste di cibo sono inabitabili. Scendono nelle strade, si riuniscono in gruppi, si muovono senza una direzione, ascoltano gli agitatori nazionalisti, leggono i volantini contro gli ebrei che vengono distribuiti... In un porto baltico, mentre cadeva una gelida pioggia, ho visto il lungomare coperto da uomini immobili e silenziosi, con i volti pervasi da una collera fredda, in attesa che un'inutile notte passasse...
Il frequente saccheggio delle panetterie mi sembra dimostrare la forza della fame piuttosto che la loro brutalità. Mi son stati raccontati casi di saccheggi «calmi, «puliti», ordinati, durante i quali si prendeva solo ciò che era necessario; i poveri non si sognavano neanche di toccare soldi e articoli costosi! E’ in mezzo ad altri elementi della popolazione che si possono vedere comportamenti sicuramente depravati e brutali. In un anno la polizia di Berlino ha registrato 2.000 casi di bambini maltrattati. In Francia la grande stampa ha fornito resoconti dei pogrom antisemitici a Berlino. Sappiamo meno cose circa ciò che sono capaci di fare i fascisti bavaresi; durante il putsch fallito di Hitler e Ludendorff il 7 novembre, essi hanno distrutto ogni singolo mobile nella casa del socialdemocratico Auer e terrorizzato la sua famiglia per molte ore. Ho appena letto che, nei dintorni di Chemnitz, nazisti in uniforme hanno percosso a sangue alcuni lavoratori comunisti che erano stati arrestati... Due volte, di recente, ad Altenhausen, vicino a Coburgo, e a Monaco, essi hanno improvvisato corti marziali, in un caso per condannare all'impiccagione alcuni ebrei e nell'altro per minacciare di morte i consiglieri comunali della SPD e della KPD...
II comportamento civile, in breve, è stato spazzato via dalla povertà generalizzata; i reazionari, in un metodico sforzo per portare indietro la nazione, hanno aggiunto alla demoralizzazione delle masse elementi di brutalità, crudeltà, oscurantismo e sadismo. > 

Le arti e le scienze 

La cultura europea è un tutt'uno e non se ne può rimuovere una parte senza impoverire di conseguenza tutti i popoli e tutte le menti d'Europa. Possiamo immaginare il pensiero francese oggi senza Kant, Nietzsche, Wagner, Haeckel, Marx, Einstein? Non c'è sfera della vita intellettuale europea alla quale l'intelligenza tedesca non abbia contribuito: Avenarius, Mach, Ostwald, Helmholtz, Einstein nella fisica; Wundt e Freud nella psicologia; Max Muller, Max Weber [6], Cunow, Sombart, Eduard Fuchs nella sociologia; Bebel, Hilferding, Franz Mehring, Rosa Luxemburg nei socialismo; Hauptmann, Wedekind, Dehmel, Stefan George, Stefan Zweig nella Ictteratura; Richard Strauss e Mahler nella musica; Bocklin, Slevogt, Liebermann, Corinth, Max Klinger, nella pittura... [7] [***].
Ecco i nomi europei, contemporanei ma già classici, che nessun «buon europeo» può ignorare. Ne potrei citare molti altri, ma non sto compilando un catalogo di grandi uomini. Non ho ricordato nessuno dei giovani tedeschi rappresentativi, perché prigionieri neli loro paese «sconfitto»; essi appartengono solo all'Europa di domani.
...Nei paese di questi costruttori di civiltà non è più possibile stampare nuovi libri; non e più possibile pubblicare spartiti musicali, non e più possibile tenere in funzione i vecchi laboratori scientifici e comprare o costruire strumenti di precisione. I musei non sono più riscaldati in inverno, molti sono chiusi; comunque è impossibile incrementare le collezioni. II dottor Georg Schreiber di Munster ha appena fatto uscire un libretto sulla Povertà  della scienza e del lavoro intellettuale in Germania. Ne ho ricavato i seguenti dati:
Gli istituti di ricerca scientifica che per anni si sono occupati di problemi particolari, come, per esempio, l'Istituto di Epidemiologia e l'Istituto per lo Studio del Cancro (Berlino), l'Istituto per lo Studio delle Malattie Tropicali (Amburgo), l'Istituto di Medicina del Lavoro e Igiene (Francoforte sul Meno), sono costretti a ridurre le loro spese a un minimo ridicolo - o a chiudere. Le biblioteche scientifiche della Prussia, prese nel loro insieme, avevano, nel 1922, un bilancio di 17 milioni di marchi (il cambio con il dollaro era a 4.000 marchi), mentre una singola università scandinava, Uppsala, aveva a disposizione 135 milioni di marchi nello stesso anno. La biblioteca pubblica di Berlino, che prima della guerra riceveva 2.300 pubblicazioni straniere, ora non ne riceve più di 200. Le lacune nelle sue collezioni a causa di questo blocco non sono state colmate. Le riviste scientifiche tedesche, come tutte le altre, stanno scomparendo. II Museo della Stampa a Lipsia, in una situazione disperata, aveva deciso di vendere all'estero un'inestimabile Bibbia di Gutenberg; solo donazioni spontanee di artisti tedeschi hanno permesso di evitare questa estrema misura.
Che cosa succede agli intellettuali in mezzo a questa rovina della cultura? Alcuni, peggio pagati dei lavoratori, diventano operai. La maggior parte di loro sono amareggiati. Un compositore mi ha detto le parole che cito testualmente: «In pochi anni non rimarrà nulla se non il ricordo della ricca cultura musicale della Germania... Ora non è più possibile istruire i musicisti; i migliori allievi dell'Accademia di Musica devono suonare la sera nei ristoranti di lusso per poter sopravvivere...».
Nel palcoscenico girevole del grande teatro costruito da Reinhardt è stato allestito un ring per il pugilato. II Volksbuhne, il Teatro Popolare di Berlino, sta per dichiarare bancarotta...
Pasteur, se lavorasse in Germania oggi, non potrebbe fare nulla di utile per l'umanita. Wagner, se fosse vivo, dovrebbe scrivere operette per non morire di fame...
Cosi Herr Raffke [8], nuovo ricco e uno di coloro che hanno approfittato del collasso della cultura tedesca, potrebbe cenare con accompagnamento musicale...  

La stinnesizzazione della vita intellettuale 

Stinnesierung: «stinnesizzazione». II termine è d'uso corrente. Esso deriva da Hugo Stinnes, un plutocrate, più ricco di Vanderbilt e Carnegie, che possiede 5 o 6 tra le più grandi compagnie di navigazione del mondo, un gran numero di miniere, fabbriche e banche, che è uno dei re del carbone, dell'elettricità e dell'oro in Europa e sta pensando di mettere alla testa di un governo dittatoriale della repubblica tedesca il direttore generale delle sue società, Minoux. Adesso egli vorrebbe creare anche un monopolio dell'intelligenza. II suo gruppo editoriale, la cui influenza si estende a oltre 50 quotidiani, usa in vari modi le capacità di tutti gli intellettuali più noti che non riescono a rassegnarsi alla povertà; e le sta usando per introdurre in Germania un'ideologia fascista molto più coerente ed elaborata rispetto a quella di Hitler o perfino a quella di Mussolini. Negli ultimi mesi gli accademici e i giornalisti a libro paga di Stinnes hanno pubblicato centinaia di articoli tendenti a dimostrare la necessità storica di una dittatura reazionaria e il fatto che, come ha scritto la «Deutsche Allgemeine Zeitung», «credere ai vantaggi della giornata di otto ore corrisponde a un grossolano errore scientifico». II gruppo editoriale, una potentissima impresa tesa a ingraziarsi l'opinione pubblica in favore dei padroni dell'industria pesante, non è l'unico elemento e neanche il più importante nella «stinnesizzazione» della vita intellettuale. Nelle università, alla testa delle grandi imprese, negli ambienti intellettuali legati ai circoli degli industriali, si sta elaborando il pensiero reazionario dell'attuale Germania, la filosofia dell'azione di una classe dominante decisa a portare a termine lo sforzo finale per sopravvivere alla catastrofe nazionale e culturale del paese - cioè per sopravvivere al suo stesso crimine. 

Al punto di svolta  

Così il capitalismo tedesco, giunto alla piena maturità e poi al declino accelerato dalla sconfitta militare, e diventato, dopo essere stato un fattore di organizzazione nazionale, un fattore di disgregazione nazionale, svolgendo una funzione analoga rispetto alla cultura europea che prima ha contribuito a sviluppare - in modo diretto con la tecnologia industriale - e che adesso sta assassinando...
Nello scontro in atto tra la grande borghesia tedesca e il proletariato rivoluzionario, tra una classe che è la causa dell'attuale bancarotta culturale e una classe che, come è dimostrato dalla sorprendente rinascita culturale della Russia, è capace di dare nuovo impulso alla cultura, quale potrebbe essere la conseguenza di una sia pure temporanea vittoria della prima?
La decadenza di cui siamo testimoni è già il frutto di una temporanea vittoria della controrivoluzione. La gioia, come ho detto, è morta in questa Germania di dolore e povertà: anche i suoi figli migliori sono morti. Quindicimila proletari - è una cifra accettata - sono morti nelle lotte sociali del 1918-19.
Quindicimila membri
di un'élite, i costruttori e i soldati di un nuovo ordine, che avevano raggiunto un livello sufficientemente elevato di coscienza di classe per tentare di passare, a costo della loro stessa vita, dal socialismo nella teoria al socialismo nella pratica. Qual è stato il loro valore culturale in un paese gia stremato dalla guerra? Non hanno forse rappresentato una delle ultime riserve di energia civilizzatrice? Ancora, l'élite intellettuale è stata colpita alla testa dalla controrivoluzione. Liebknecht non era solo un oratore popolare, ma soprattutto un pensatore; Rosa Luxemburg era una delle più feconde e acute menti marxiste del nostro tempo. Gustav Landauer [9], il cui cranio è stato sfondato da scarponi chiodati (a Monaco, nel 1919, dopo la caduta dei consigli), era un artista e un filosofo, uno di quegli anarchici appartenenti alla stirpe in via d'estinzione dei Reclus e dei Kropotkin. E’ stato ucciso anche il socialista idealista Kurt Eisner [10], Ernst Toller [11] è ancora in prigione, Erich Müsham [12], poeta e pensatore, è anch'egli ancora in prigione, ma, per una singolare ingiustizia, è quasi un dimenticato...
Che cosa potrebbe significare per la Germania una nuova vittoria della controrivoluzione? Un regime di terrore bianco, nello stile di Horthy, con una scia interminabile di omicidi, internamenti, processi farsa, esecuzioni e pogrom... Pensate alla Monaco di von Kahr, dalla quale stanno espellendo gli ebrei come fecero nel XIII secolo. La completa «stinnesizzazione» della vita intellettuale. La giornata di dieci ore, la produzione di armamenti, la probabile restaurazione della monarchia e certamente, entro pochi anni, la guerra. Una forma di guerra perfezionata, aerea, chimica, batteriologica...
Ammettiamo, anche se è scarsamente probabile, la possibilità di una ristabilizzazione della democrazia e del ritorno di una congiuntura economica favorevole all'ordine borghese in Germania. Ci siamo già passati. Non sarebbe altro che la continuazione della decadenza: e, per quanto a lungo essa potrebbe durare, nessun altra grande speranza se non quella della rivoluzione potrebbe sollevare la popolazione.
Oggi il proletariato tedesco, difendendo i propri interessi di classe, preparandosi a conquistare il potere, sta, in questa parte del fronte, difendendo la cultura europea.

14 novembre 1923 (pubblicato nella rivista “Clarté” nel dicembre)
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[1] [*] Theodor Daebler, Iwan Goll, Walter Hasenclever, F. Lesker-Schuller, 1. Rubiner, Rene Schickele, ecc. Gli stessi autori hanno precedentemente - nel 1919 - pubblicato un bel libro pieno di speranza - il cui titolo era proprio espressivo: Compagni dell'umanità. [N.d.A.]
[2]  . Keyserling Hermann von (1880-1946). Fondatore nel 1920 della “Scuola della saggezza”, ispirata alle religioni orientali ed echeggiante temi della “filosofia della vita” di Bergson e Spengler.
[3] . Steiner Rudolf (1861-1925). Filosofo austriaco, studioso di Goethe, aveva fondato la societàantroposofica nel 1913. E’ interessante notare che Steiner definì il bolscevismo come un “gruppo occulto di cultura inglese” (sic!) tendente a ridurre la Russia prima e il mondo poi sotto il giogo del materialismo.
[4] . Spengler Oswald (1880-1936). Filosofo, aveva scritto tra il 1918 e il 1922 Il tramonto dell’Occidente e attaccato in vari scritti politici la Repubblica di Weimar da un punto di vista conservatore, simpatizzando per Alfred Hugenberg e per l’idea di una dittatura della Reichwehr (nome dato alle forze armate tedesche fine al 1935). Considerò con scetticismo il regime nazista.
[5]  [**] La traduzione letterale è ancor più significativa: // declino della terra della sera. [N.d.A.]
[6] . Weber Max (1864-1920). Insegnante universitario, influenzato dal “socialismo della cattedra”, fondatore della sociologia e autore di pere importanti, tra le quali L’etica protestante e lo spirito del capitalismo e Sociologia della religione. Nel 1903 aveva dato vita con Werner Sombart alla rivista “Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik”. Nel 1919 aveva fatto parte della delegazione tedesca alla conferenza della pace a Versailles ed era stato deputato all’Assemblea nazionale della DDP. Fautore di una monarchia parlamentare, aveva accettato con non poche riserve la Repubblica di Weimar.
[7] [***] Mach, Freud, Zweig e Mahler sono austriaci, ma la cosa non fa differenza. [N.d.A.]
[8] . In gergo Herr Raffke voleva dire profittatore.
[9] . Landauer Gustav (1870-1919). Scrittore e giornalista, esponente della tendenza anarchica all’nterno del movimento giovanile dellaSeconda Internazionale. Aveva fondato il Sozialistischer Bund nel 1908 e ne aveva diretto l’organo di stampa (“Der Sozialist”). Pacifista durante la guerra, aveva approvato la posizione di Wilson. Già nel 1914, aveva elaborato il progetto di un socialismo comunitario, da realizzare, su base per lo più rurale, con leghe di cooperative autonome e decentralizzate. Dietro questo progetto Landauer collocava una visione della storia nella quale le masse sarebbero spinte dall’ideale ad abbandonare la loro “servitù volontaria”, ritirando gradualmente ogni sostegno alla macchina statale. Studioso di Meister Eckhart, egli era arrivato a parlare della necessità di una nuova mistica che non avrebbe avuto bisogno di Dio. Aveva fatto parte del Consiglio operaio rivoluzionario di Monaco e del Consiglio nazionale provvisorio della Baviera, criticando Eisner perché troppo tiepido, fino a una forma di subordinazione, nei confronti di Berlino. Era stato candidato dell’USPD alla dieta bavarese. Dopo la morte di Eisner aveva riconosciuto la necessità del ricorso alla forza da parte del movimento rivoluzionario. Era stato commissario del popolo alla cultura e all’educazione dal 7 al 13 aprile. Quando aveva offerto i propri servizi al secondo governo della repubblica dei consigli, questo li aveva rifiutati. Dopo la sconfitta, era stato arrestato e assassinato.
[10] . Eisner Kurt (1887-1919). Di origine ebraico-galiziana, era diventato collaboratore della stampa socialdemocratica e redattore del “Vorwarts” nel 1898. Licenziato come revisionista nel 1903, era rimasto nel partito procurandosi da vivere come critico letterario. Nel 1914 era stato pacifista, nel 1917 aveva aderito all’USPD, organizzando una rete di delegati nelle fabbriche di Monaco. Dopo il gennaio 1918 era stato condannato a parecchi mesi di prigione, in novembre era stato alla testa della rivoluzione bavarese e, perciò, era diventato ministro-presidente della regione. Viene assassinato il 21 febbraio del 1919.
[11] . Toller Ernst (1893-1939). Di origine abraica russa, richiamato nel 1917, pacifista, legato a Eisner nell’USPD a Monaco. Aveva comandato le truppe rosse bavaresi nel 1919, era stato condannato a cinque anni di prigione, aveva aderito alla KPD dopo la sua liberazione, consacrandosi prevalentemente alla letteratura e al teatro. Morì suicida a New York.
[12] . Müsham Erich (1878-1934). Di origine ebraica, aveva fatto parte nel 1901 di un gruppo di scrittori anarchici di Berlino e collaborato a varie pubblicazioni, compresa la famosa rivista satirica socialdemocratica “Der Wahre Jacob”. In contatto con Landauer, si era stabilito a Monaco nel 1908 entrando nel Sozialistischer Bund. Dal 1911 al 1914 aveva pubblicato “Kain. Zeitschrift fur Menschlisckeit”, nel 1918 aveva partecipato agli scioperi dell’inizio dell’anno e fatto parte del consiglio operaio rivoluzionario, sostenendo inizialmente Kurt Eisner. Era entrato nel primo governo della repubblica dei consigli. Arrestato aveva ricevuto una condanna a 15 anni di prigione. Liberato da un’amnistia nel 1924, lavorò nel Soccorso Rosso Internazionale. Dal 1926 al 1931 diresse “Fanal, organo dell’Anarchistische Vereinigung, anche se collaborò con circoli della KPD. Fu vicino a Rudolf Rocker e a Max Nettlau. Nei suoi articoli, drammi e interventi si caratterizzò come uno dei critici più duri del nazismo. Arrestato dopo l’incendio del Reichstag, morì in un campo di concentramento. 

N.d.R. – La traduzione e le note biografiche sono tratte dal volume che raccoglie gli scritti di Victor Sorge del 1923 e un saggio introduttivo di Corrado Basile, pubblicato dalle edizioni Graphos, Genova 2003.

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